domenica 2 settembre 2007

Australia – Backpacker e nuove forme di nomadismo moderno.

Un grosso zaino ed un lungo girovagare al di fuori dei circuiti del turismo tradizionale e dalle comodità della società moderna. Sono questi gli ingredienti essenziali di questo nuovo fenomeno nato ed esploso in Australia. Nomadi viaggiatori con lo zaino alla scoperta del mondo. Altro elemento che caratterizza questi nomadi, è la dimora ambulante, status symbol, di questa nuova tribù. Questi giovani vagabondi contemporanei, hanno come obbiettivo, quello di aggiungere più tappe possibili al proprio “diario di bordo”, per sentirsi sempre più cittadini del mondo. Questo nuovo popolo che è in perenne migrazione, condivide itinerari, abitudini, mode e sogni e si spostano in piccoli gruppi, in pullman, con treni a chilometraggio, in autostop o in ultimo con voli molto economici. Il risparmio induce a creare negli ostelli di tutto il mondo, la piazza ideale per confrontare le esperienze. Qualcuno usa anche furgoni che si trasformano nel vano posteriore in camera da letto. In Australia esistono moltissimi ostelli, tutti economici ed efficienti. Il “continente” australiano e vasto e divesificato e si presta benissimo quindi ad essere girovagato in quanto il rapporto tra servizi e popolazione è elevato e questo turismo economico, paradossalmente diventa una ricchezza per il paese stesso. Prestando servizio per 3 mesi presso le numerosi farms presenti in Australia, si può ricevere con estrema faciltà il permesso di soggiorno per 2 anni, in quanto si rinnova automaticamente. La presenza massiccia di australiani e canadesi, come attori principali di questo fenomeno, evidenzia la scarsità invece di filoni italiani che insieme agli spagnoli occupano gli ultimi posti della classifica di frequenza degli ostelli e quindi del popolo dei back-packers. La differenza è dovuta al diverso spirito di adattamento che separa le diverse nazionalità. Australiani e canadesi, semplici e con uno spiccato spirito di addattamento, rinfoltiscono ogni giorno le file di questo popolo di nomadi moderni. Gli italiani, invece, fanno fatica perchè mediocri nella comunicazione in inglese e con una forte inclinazione alla pigrizia, elementi antagonisti di questo stile di vita e di viaggio. La scritta Let the journey begin, su di un braccialetto di gomma giallo, identifica il soggetto alla tribù nomade, ad esso sono naturalmente collegate vantaggiose iniziative ceconomiche per “l’uomo-zaino”. Unica capacità da strutturare all’interno di se stessi, per poter senza traumi far parte della tribù, quella di abituarsi alla separazione degli amici, in quanto il fenomeno è caratterizzato da repentine, frequenti partenze.
2007 © Antonio Tisi

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