Dal 19 giugno fino al 16 settembre 2007, Parigi sarà palcoscenico utile per ammirare ricchissime collezioni di manufatti originari dei quattro angoli del pianeta (Asia, Oceania, Africa e Americhe). La Senna con il suo dondolio fa compagnia a queste creazioni che sono esposte sulle sue rive a due passi dalla Torre Eiffel, nel Museo del Qual Branly. L’idea partì già 10 anni fa dall’allora presidente francese (Chirac), (e come il Beaubourg era nato da un’idea del presidente Georges Pompidou e la Bibliothèque Nationale dalla volontà di François Mitterrand). La differenza di latitudini per la diversità delle cose esposte, non viene avvertita e non pesa. Per non avere un atteggiamento poco onorevole, sono state definite “arti prime” per evitare “primitive”. Si possono vedere utensili domestici, totem, indumenti, dipinti sacri o strumenti musicali. Le cosiddette “arti colte” dei grandi paesi asiatici, hanno avuto già la loro occasione espositiva presso il vicino Museo Guimet. L’Unesco non poteva certo non farsi carico del progetto. Il difficile era coniugare l’innovazione della presentazione sia nelle forme che nei contenuti con queste “altre” culture e riuscire ad esporle come su di una passarella che unisce il “vecchio mondo” con il centro del “mondo moderno”. La risposta l’ha data l’architetto Jean Nouvel, autore pure, una paio di decenni fa del rivoluzionario, Institut du Monde Arabe. www.quaibranly.fr/
www.museeguimet.fr/2007 © Antonio Tisi
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